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domenica, febbraio 23, 2014

domenica, febbraio 23, 2014


Ho visto questo video dal titolo: Neonato non vuole staccarsi dalla mamma, semplicemente stupendo! , ed ho letto i commenti.
La mia prima reazione è stata: "ma stupendo de che?". Un neonato viene strappato via dalle braccia della madre, lui cerca disperatamente di restarle vicino e tutti inneggiano alla vita?

Non credo sia stupendo, credo sia una pratica barbara.

Sono ancora tanti coloro che credono che se non si taglia il cordone il bambino non potrà respirare, e tra loro (ahimè!) anche tanti operatori sanitari. Come sono ancora tanti convinti che se il bambino non viene subito prelevato dal neonatologo e "aspirato" dal muco avrà dei danni. Siamo al livello di credenze popolari ma molto radicate in noi tanto da ritenerle vere.

Siamo talmente abituati a questa pratica da ritenerla  ancora benefica e anzi indispensabile alla sopravvivenza del bambino, quando oramai abbiamo sufficienti  studi per poter dire serenamente che è tutto il contrario (Prendiville WJ, Elbourne D, McDonald S. Active versus expectant management in the third stage of labour. Cochrane Database Syst Rev 2004 ).

Poche donne, mamme, sanno che è loro diritto chiedere che il cordone ombelicale non sia clampato o tagliato almeno fino a che non smetta di pulsare attivamente, e se lo vogliono che non lo sia mai fino a che non sarà il bambino a lasciarlo andare (www.lotusbirth.it).
Questo è possibile anche con il cesareo, nonostante la maggior parte dei medici si mostri contraria: guardate il video The natural caesarean: a woman-centred technique su You tube.

Nei primi minuti la placenta continua a mandare sangue verso il bambino, con la trasfusione placentare, sangue prezioso che apporta una riserva di ferro che servirà al bambino in tutta la sua prima infanzia. Non tagliando il cordone immediatamente, si permette al bambino di passare alla respirazione polmonare con gradualità senza essere dolorosamente forzato verso il primo respiro come succede quando gli viene negato l’ossigeno del sangue placentare, ed è per questo che i bambini che nascono in modo non disturbato spesso non piangono affatto alla nascita e molto meno degli altri in generale.

Ale non ha pianto, ha emesso qualche suono e si è accoccolato sul mio petto.

Il sangue ricco di cellule staminali del cordone dovrebbe andare al bambino, gli appartiene.
Inoltre, per i bambini prematuri non tagliare il cordone può fare la differenza tra la vita e la morte (Rabe H, Reynolds G, Diaz-Rossello J. Early versus delayed umbilical cord clamping in preterm infants.) .
Il peggio che può succedere ad un neonato è essere separato dall' habitat, dal nido ecologico nel quale il neonato si sviluppada, sua madre.

Un bebé separato dalla madre piange terrorizzato fino a quando smette di lottare e si rassegna, si abbandona: il pianto ha consumato le sue riserve di zucchero e riempito il cervello di adrenalina e cortisolo, ormoni dello stress, che lo ledono e condizionano per il resto della vita il suo modo di rispondere a situazioni di paura o di abbandono. Perde temperatura, ritmo cardiaco e respiratorio si destabilizzano, le difese immunitarie si abbassano, aumentando il rischio di infezioni e di morte, aumentando la probabilità di non accettare l’allattamento e quindi il colostro, un potente cocktail di difese immunitarie, nutrizione e amore.

Michel Odent, medico chirurgo e ostetrico francese che preparava le donne gravide con musica e vasche per il parto, scrive: quando un neonato in una nursery apprende che è inutile gridare, sta soffrendo la sua prima esperienza di sottomissione, se vogliamo cambiare il mondo, cambiamo il modo di nascere.
Nascere è un atto biocentrico. La gestazione, il parto, l’allattamento, implicano affettività, vitalità, trascendenza e creatività e appartengono all'universo intimo della madre e del bebè.

Una madre partorendo secerne ormoni ed endorfina, se si rispettano le condizioni basiche per poter entrare in questo stato di trance: poca luce, ambiente caldo, assenza di osservatori esterni, intimità, sicurezza, libertà di movimento, il sistema simpatico riduce la sua attività e si favorice il processo della dilatazione. Le proprie endorfine sono degli analgesici naturali, che il mammifero umano secerne insieme all’ossitocina, motore del parto, in questo stato si altera la percezione del limite corporeo, dello spazio esterno ed interno e del senso del tempo.
Abbandono, confidenza, accompagnamento, fiducia nell’altro…

Dal blog Biodanza Napoli:

Alla fine del processo di dilatazione, il livello di adrenalina cresce e la donna spinge, con la sua forza animale più primitiva, se le è stato permesso di abbassare la sua attività cerebrale razionale (neocorteccia) e si è attivato il suo cervello profondo (paleo corteccia)..donne selvagge..si dilatano le sue pupille e pone il neonato sul suo petto nel primo abbraccio amoroso, il primo sguardo, odore, contatto, in un torrente di ossitocina, endorfine, oppioidi e prolattina che inondano il cervello di entrambi e marchiano a fuoco questo vincolo primordiale. 
Così si stabiliscono le basi biochimiche di alcune reazioni emozionali future, i recettori del sistema dell’ossitocina, le reti dell’amore, il controllo dell’ ansia, la fiducia. 
La capacità di amare, di vincolarsi, di relazionarsi e reagire di fronte alla vita.
Il primosuono: la voce della madre che il bimbo già conosce.il battito del suo cuore che ha ascoltato per 9 mesi, la sua pelle si impregna dei batteri della madre, e non di quelli di un qualunque estraneo di ospedale. 
Il colostro: oro liquido: madre e bebé si innamorano.
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